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12. MY FAIR LADY

Venerdì 18 marzo 2016 ore 21.00

Compagnia Corrado Abbati presenta il Musical

My Fair Lady

Testi e Liriche di Alan Jay Lerner

Musiche di Frederick Loewe

 

Prima rappresentazione:

New York, Mark Hellinger Theatre, 15 marzo 1956

 

su licenza esclusiva di

TAMS-WITMARK MUSIC LIBRARY, INC.

560 Lexington Avenue, New York, New York 10022, U.S.A

 

adattamento e regia: Corrado Abbati

scene: Stefano Maccarini

coreografie: Giada Bardelli

costumi: Artemio Cabassi

 

“Vorrei danzar con te, la notte e il di così e stringerti a me.

Vorrei cantar con te, vorrei sognar con te perché sei tu l’amor…”

My Fair Lady è uno dei musical più famosi, tradotti ed amati nel mondo così come la sua versione cinematografica del 1964, con Audrey Hepburn e Rex Harrison, che fece incetta di Oscar. Grazie al film, il musical ha fatto il giro del mondo e così tutti ricordano le sue musiche, i suoi eleganti costumi e la romantica storia di Eliza e del professor Higgins. Oltre a ritmo serrato, dialogo brillante, movimenti coreografici energici e favolosi costumi, è la musica a rappresentare il miracolo di My Fair Lady: un classico del teatro musicale che continua ad essere giovane e seducente.
Uno dei problemi che molti si pongono nel riportare in scena i classici del teatro musicale è che gran parte del repertorio non si allinea con i presunti valori attuali. I veri o falsi problemi di rendere contemporanee tali opere sono spesso motivo di elaborazione di una moltitudine di note di regia giustificative di ciò che in fondo non ha bisogno di giustificazione. La soluzione è dunque di lasciare My Fair Lady semplice, elegante ed affascinate come in originale perché è questa la magia dello show. La sceneggiatura è certamente già forte e di prima classe, essendo il nucleo della storia costruita sul “Pigmalione” di George Bernard Shaw; ma i numeri ballati, le così tante e splendide canzoni, la recitazione sciolta e l’eleganza dei costumi e della scena, le danno quel senso di gioia tutta da godere. C’è gioia in tutto: solisti, ensemble e spettatori, perché My Fair Lady è una favola possibile e già per questo ci attira e ci fa sperare. La storia, le canzoni e i personaggi che ti sono già familiari prendono vita e ti invitano a sognare, amare e cantare le melodie di questo straordinario classico del teatro musicale. (Corrado Abbati)

La storia Il professor Higgins, noto studioso di fonetica, dopo una serata all’opera, si imbatte nella giovane fioraia Eliza Doolittle ed è a tal punto colpito dai suoi modi rozzi e sgraziati, da scommettere con un suo collega e amico, il colonnello Pickering, che riuscirà a trasformare, tempo sei mesi, la cenciosa fioraia in una raffinata donna degna dell’alta società. La giovane si trasferisce in Wimpole Street a casa del professore dove la governante, signora Pearce, la renderà presentabile con abiti nuovi e un bel bagno caldo. Il padre di Eliza, il gaudente Alfred, amante delle bevute in compagnia, saputo dell’interesse del professore per la figlia, si presenta per sfruttare la situazione e scroccare qualche sterlina. Higgins è favorevolmente impressionato da quest’uomo e, a modo suo, lo aiuterà. Hanno dunque inizio le laboriose lezioni volte a far perdere alla ragazza le terribili inflessioni dialettali. Dopo un primo fallito tentativo di presentare Eliza in società (alle corse ad Ascot), il professore Higgins può considerare riuscita la sua opera allorché Eliza ottiene unanime apprezzamento al gran ballo della Regina di Transilvania. Per Higgins e il colonnello Pickering, l’esperimento può così dirsi concluso. Eliza si sente oltraggiata; abbandona la casa del professore e accetta la comprensione del giovane aristocratico Freddy Eynsford-Hill che si è innamorato di lei al ballo. Eliza vorrebbe tornare ad essere quella che era prima dell’incontro con Higgins, ma ormai ha una nuova personalità che le impedisce di tornare alla vecchia vita ed è innamorata del suo maestro. Accompagnata da Freddy vuole tornare al mercato di fiori a Coven Garden ed è qui che reincontra suo padre che, diventato ricco grazie a Higgins, decide di sposarsi e di condurre una vita borghese, ma intanto festeggia passando la notte a bere e a cantare con gli amici. Higgins, rimasto solo, si accorge dell’importanza di Eliza e confessa che non può vivere senza di lei. Eliza è ora giudice-arbitro del proprio destino: sceglierà il burbero Higgins o il tenero Freddy? …Beh.. al cuor non si comanda! O no?

 

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