MUSICA dal vivo: Orchestra del Balletto Nazionale della Georgia SUKHISHVILI
COREOGRAFIA: Iliko Sukhishvili Sr. e Nino Ramishvili Iliko Sukhishvili Jr.
COSTUMI: Soliko Virsaladze e Nino Sukhishvili
Programma di danze folcloriche caucasiche
su musiche di autori anonimi del X e XII secolo
Il Balletto Nazionale della Georgia è uno dei più famosi complessi coreografici del mondo. Fondato a Tbilisi nel 1945 da Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, persegue l’intento di far conoscere le antiche danze popolari georgiane, di creare coreografie nuove ed originali, vivificando un repertorio antichissimo, di danze liriche e bellicose. Ai due fondatori del complesso, lo Stato sovietico ha conferito molti riconoscimenti tra cui il “Premio di Stato dell’URSS” e il titolo di “Artisti del Popolo dell’URSS”. Sospinte da accompagnamenti musicali di vibrante colore, intrise di echi ora guerrieri ora cortesi ora orientali, alle danze georgiane ha guardato un coreografo imperiale come Marius Petipa, ma sono stati soprattutto i coreografi sovietici, come il georgiano Chabukiani, e lo stesso Grigorovich, geniale nume e zar del Bolshoj, a dare grande rilievo, nei loro balletti, alle danze e al folclore georgiano. Tre sono gli aspetti dominanti e inscindibili del Balletto Nazionale della Georgia che si rinnova e si arricchisce di generazione in generazione e che riesce ad incantare e stupire, risultando splendidamente appagante nel ritmo, nell’armonia e nella varietà delle immagini. La prima componente, austera e guerresca, è quella degli uomini dal gesto fiero, abili manipolatori di spade e pugnali; la seconda è quella delle dame dalle bellissime vesti, che scivolano sul palcoscenico con estrema eleganza e dolcezza; la terza è quella paesana, dei mattacchioni e degli acrobati. In tutte le coreografie del complesso si ritrovano, fuse armoniosamente, le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. Le danze maschili evocano le qualità del coraggio, del vigore guerriero, della baldanza avventurosa. Tutte le danze di ascendenza bellica, con artistici combattimenti, volteggi di spade e pugnali sono affidate ai movimenti di brillante e sorprendente virtuosismo degli uomini: sono loro che strabiliano il pubblico con gli incredibili salti e le faticosissime danze in punta di piedi. Questi intrepidi cavalieri annoverano tra i loro virtuosismi, tipici dei danzatori del Caucaso, proprio l’andare sulle punte di morbidi stivali (senza il classico rinforzo di “papier maché” o di “colofonia”), un’abilità che affonda le sue origini non in un vezzo estetico-stilistico bensì in una necessità fisica. La tradizione vuole che questo passo, che i georgiani chiamano “tzeruli”, sia nato per ricordare gli scoscesi pendii dei monti del Caucaso che, con i suoi strettissimi sentieri, costringeva gli uomini a camminare sulla punta dei piedi per non precipitare nei burroni. L’eroe georgiano, di forza invincibile e insuperabili prodezze acrobatiche, risulta capace anche di sottili virtuosismi. L’uomo non è meno elegante della donna: danza con la schiena inarcata e, se si tratta di un nobile, si inerpica sulle punte, proprio come le ballerine romantiche, gonfia il petto, ricama disegni con le braccia, ma le sue mani non si vedono: sono coperte dalle maniche a penzoloni per evidenziare la mancanza di contatto. Le danze femminili simboleggiano la sacralità e la regalità. Il movimento delle ballerine, tutto giocato sulla morbidezza delle braccia e delle mani, testimonia che nell’immaginario più antico del popolo georgiano la donna è una creatura algida e distante, inafferabile. La Georgia, è sempre stata un’isola ortodossa in un mare musulmano e ha quindi, inevitabilmente, assorbito molti elementi delle culture limitrofe, cosicché nelle sue danze, specie in quelle femminili, è possibile cogliere con chiarezza le influenze turca ed araba, fuse con l’elemento culturale originario in una mescolanza davvero singolare ed affascinante. Le ballerine georgiane, tutte di fulgida bellezza, rivelano una formazione classico-accademica, testimoniata dall’uso del busto arcuato “à la russe” e dalle braccia di sinuosa mobilità.
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