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10. MOZART E SALIERI REQUIEM

Venerdì 26 febbraio 2016 ore 21.00

MOZART E SALIERI REQUIEM

 Progetto e regia di Giorgio Bongiovanni

Traduzione di Mirella Meringolo

L’affascinante e romantica ipotesi di Salieri omicida di Mozart, che tanta letteratura, teatro, cinema ha influenzato fino ai giorni nostri, era ampiamente diffusa anche all’epoca di Puškin e lui stesso, in una lettera ad un amico, la considerava possibile. Ma questa, come sempre accade nei grandi autori, non è solo la tragedia in cui si inscena un delitto. L’invidia di Salieri non è che il punto di partenza per più ampie riflessioni. Salieri non è un assassino, è un artista. Un uomo che dedica vita, pazienza, studio, rigore, passione alla musica; e, come tutti gli artisti, considera l’Arte un privilegio da conquistare giornalmente, a piccoli passi, attraverso crisi e stimoli costanti. Per questo motivo Salieri, come un atto di giustizia, deve uccidere Mozart, perché Mozart non giova all’Arte, Mozart non è Arte. Mozart è Genio, limpido, assoluto; Mozart è vita, natura, che scorre per dono divino, senza studio, senza sforzo. E per dono divino ottiene la perfezione che l’artista non riesce a conquistare in tutta una vita di studi. “A che serve che Mozart resti in vita?” è la terribile questione che Salieri si pone; “Forse eleverà quest’arte? No!… A cosa serve?”. Mozart, con la sua perfezione, potrà solo evidenziare la mediocrità dell’Arte umana in confronto al Genio divino. Nella paradossale conclusione di Salieri, Mozart fa male all’Arte e per questo motivo va fermato, va eliminato; non per invidia, ma per salvaguardare l’Arte.

L’idea è affascinante, per quanto paradossale e romantica. E, sebbene a malincuore, mi trovo costretto a confessare di non riuscire a non dare almeno una parte di ragione a Salieri; soprattutto ascoltando quel Requiem che lo stesso Mozart, nell’ultima scena, dopo aver bevuto il veleno, come un tragico presagio, suona per Salieri.

Per questo motivo ho creduto che proprio il Requiem dovesse essere il protagonista della serata. Il Requiem che è l’ultima opera di Mozart, che provoca l’invidia e le riflessioni di Salieri, che suggerisce i versi della tragedia a Puškin. Ma non il “solito” Requiem, la monumentale opera per orchestra, coro e solisti. In questo caso ho pensato che, per evocare ed accompagnare la Piccola Tragedia di Puškin, fosse più giusto ascoltare una piccola versione del Requiem, la bellissima trascrizione per quartetto d’archi di Lichtenthal, capace di restituire, anche nell’intimo di una piccola sala, tutta la potenza della grande opera mozartiana.

Lo spettacolo-concerto riunisce in una serata due piccole, grandissime opere dimostrando, ove ce ne fosse ancora bisogno, come le nobili Arti, Musica e Poesia, non necessitano di grandi mezzi per esprimere tutta la propria potenza. Come una piccola pietra preziosa non ha bisogno di grandi dimensioni per incantare col suo splendore.

Giorgio Bongiovanni

MUSICISTI

 ANTONIO ANSELMI

Ha studiato in America con alcuni dei più importanti rappresentanti delle scuole violinistiche del 900: Zinaida Gilels, assistente di Yuri Yankelevich al Conservatorio di Mosca; Roman Totenberg, discepolo di Carl Flesh e George Enescu; Peter Zazowsky, allievo di Ivan Galamian. Ha conseguito il prestigioso Artist Diploma presso la Boston University del Massachusetts. È stato invitato ad alcuni dei più prestigiosi festivals internazionali (Ravenna Festival, Spring Festival di Budapest, Festival di Osaka, etc). In qualità di Concert Master ha collaborato con alcune delle più importanti orchestre (Boston Philarmonic, The Chamber Orchestra of Europe, Orchestra Sinfonica di Lisbona). Da diversi anni è stato invitato dal leggendario complesso I Musici a ricoprire il ruolo di Primo Violino Solista. Con I Musici ha tenuto e tiene concerti da solista nei teatri e nelle sale da concerto più importanti del mondo: Filarmonica di Berlino, Colonia, Musikverein di Vienna, Queen Elizabeth Hall di Londra, Lincoln Center di New York, Boston Simphony Hall, Suntory Hall di Tokyo, Arts Performance Center di Seul, etc. I suoi concerti con I Musici sono stati trasmessi per le radio e le televisioni d’Europa, America ed Estremo Oriente. Ha inciso per la Sony e la Fonè.

FRANCESCA TAVIANI

Nata a Roma dove si è diplomata sotto la guida del M. Strano presso il Conservatorio “Santa Cecilia”. Si è perfezionata con i Maestri Baldovino, Farulli, Trio Tchaikovsky e a Monaco di Baviera con T. Wick.

In formazione di quartetto d’archi (Quartetto d’archi di Roma) e di Duo con pianoforte è risultata vincitrice di Concorsi Internazionali di Musica da Camera (C. Zecchi di Roma, Viotti di Vercelli, Città di Caltanissetta, Concorso Scontrino di Trapani, Isola di Capri) e Nazionali (Città di Campagnano, Premio Vittoria Accademia Costantiniana di Roma). Vincitrice del Concorso per l’insegnamento nei Conservatori, è titolare della cattedra di Musica da Camera presso il Conservatorio di Salerno.

ALESSANDRO SANTUCCI

Ha iniziato lo studio della Viola presso il Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila con Massimo Paris e Sabatino Servilio, diplomandosi sotto la guida di quest’ultimo con il massimo dei voti e la lode. In seguito si è perfezionato con Christoph Schiller presso la Musik-Akademie der Stadt Basel e con Karen Turpie presso il Musik-Konservatorium di Schaffhausen conseguendo con il massimo dei voti il Konzertreife-Diplom. Nel 1994 è entrato a far parte del prestigioso complesso I Festival Strings di Lucerna diretto dal M° Rudolf Baumgartner. È attualmente docente presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno. Collabora come prima viola (esibendosi spesso come solista) con diverse orchestre e prestigiosi complessi quali: I Solisti Aquilani, L’Officina Musicale, gli Archi di Firenze, Orquesta Sinfonica de Galicia, Concerto Vocale di Parigi (R. Jacobs), Arcadia, svolgendo numerose tournée in Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Olanda, Belgio, America del Sud, USA, Canada, Giappone, Turchia, IRAN, Polonia. Ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche e televisive (BBC, Radio France, Rai) ed incisioni discografiche. Il repertorio spazia dal periodo barocco, eseguito con strumenti originali, al contemporaneo.

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