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05. TURANDOT

Sabato 2 dicembre 2023 ore 21,00

TURANDOT

Dramma lirico in tre atti e cinque quadri

su libretto di  Giuseppe Adami e Renato Simoni

Musica di GIACOMO PUCCINI

Prima rappresentazione: MilanoTeatro alla Scala, 26 aprile 1926

TURANDOT (soprano)                   France Dariz

CALAF (tenore)                                Alberto Profeta

LIU’ (soprano)                                  Renata Campanella

TIMUR (basso)                                Massimiliano Catellani

PING (baritono)                               Marzio Giossi

PANG (tenore)                                Saverio Bambi

PONG (tenore)                                Antonio Colamorea

ALTOUM (tenore)                           Stefano Nardo

UN MANDARINO (baritono)         Juluisz Loranzi

Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane

Coro dell’Opera di Parma

Maestro del Coro: Emiliano Esposito

Direttore: Stefano Giaroli

Regia: Alessandro Brachetti

Scene e Costumi: Arte Scenica di Reggio Emilia

Coordinamento Musicale: Carlotta Arata

Maestro alle Luci: Marco Ogliosi

Capo squadra tecnica: Gabriele Sassi

Segreteria di Produzione: Elena Cattani

La Turandot è un’opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, uno dei suoi allievi. Fu rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini e Giuseppe Nessi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!», ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, dichiarando al pubblico: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera successiva, sempre sotto la direzione di Toscanini, l’opera fu rappresentata nella sua completezza, includendo anche il finale di Alfano. Nel dicembre del 1923 il Maestro completò tutta la partitura fino alla morte di Liù, cioè fino all’inizio del duetto cruciale. Di questo finale egli stese solo una versione in abbozzo discontinuo. Puccini morì a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando le bozze del duetto finale così come le aveva scritte il dicembre precedente. L’incompiutezza dell’opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C’è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa della morte dell’autore, bensì per l’incapacità, o piuttosto l’impossibilità da parte del Maestro di risolvere il nodo cruciale del dramma: la trasformazione della principessa Turandot gelida e sanguinaria, in una donna innamorata.

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