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4 novembre: Canzoniere Grecanico Salentino

Teatro dei Marsi, Venerdì 4 novembre 2016 ore 21.00

LA MUSICA ETNICA: CANZONIERE GRECANICO SALENTINO

Mauro Durante (voce, percussioni, violino); Emanuele Licci, (voce, chitarra, bouzouki); Maria Mazzotta (voce, percussioni); Giancarlo Paglialunga (voce, tamburello); Massimiliano Morabito (organetto); Giulio Bianco (zampogna, armonica, flauti, fiati popolari); Silvia Perrone (danza)

Il Canzoniere Grecanico Salentino sarà in concerto il 4 novembre 2016 al Teatro dei Marsi di Avezzano (L’Aquila) nell’ambito della Stagione Musicale 2016-2017. Il gruppo di musica popolare salentina più celebre d’Italia reinterpreterà in chiave moderna le tradizioni che ruotano attorno alla celebre pizzica tarantata, un misto di musica e danza, di ritmi incalzanti scanditi dall’incessante tamburello, unico rimedio al morso della Taranta. Con all’attivo oltre 18 album e tournèe in tutto il mondo, Mauro Durante e gli altri sei musicisti e artisti del gruppo immergeranno gli spettatori in un’atmosfera ricca di passione, energia, ritmo e magia, con un concerto dedicato ad una tradizione popolare che si sta diffondendo sempre più in Italia e nel mondo.

Uscito nel 2016 “Quaranta”, il nuovo album del Canzoniere Grecanico Salentino che celebra i quarant’anni di uno dei più importanti e riconosciuti gruppi di musica popolare italiana.  I live del CGS hanno attirato il favore di pubblico e critica tanto in Italia quanto all’estero: “Il Canzoniere  è un tornado”, ha scritto il New York Times, per il New Yorker  “il gruppo ha pochi pari nella world music contemporanea”, per il The Guardian il loro “è stato uno dei concerti più esaltanti del Womad” per L’Independent  “è raro che la musica tradizionale suoni così intensa, misteriosa e attuale”. “Quaranta” ha visto la partecipazione di grandi ospiti: il pianista e compositore Ludovico Einaudi scrive insieme a Mauro Durante la musica del brano “Taranta”, in cui suona anche il pianoforte, il cantautore francese Piers Faccini ha firmato il testo “I love Italia”, unica traccia in inglese del disco, la Fanfara Tirana suona in “No Tap” mentre il basso di Valerio Combass è presente in diverse tracce del disco.  Altro ospite eccellente è lo scrittore Erri De Luca autore del testo di “Sola Andata”, primo singolo dell’album che è valso al gruppo il premio Arte e diritti umani 2014 di Amnesty International Italia.  Un brano che affronta il difficile tema degli immigrati che arrivano nel nostro paese dopo lunghe e rischiose traversate via mare, rappresentato magistralmente dal video clip girato sulle coste leccesi da Alessandro Gassman. Un percorso iniziato dal fondatore Daniele Durante nel 1975, ma anche il terzo disco di un nuovo corso impresso nel 2007 dal figlio Mauro, oggi trentenne, che da allora ha preso in mano le redini del gruppo per dargli una nuova direzione e una nuova linfa.  Le 13 tracce attraverso cui si dipana la cifra poetica del Canzoniere –  per lo più in dialetto salentino e in griko, con sporadiche incursioni nell’italiano e  nell’inglese  – sono piccoli gioielli in bilico tra tradizione e innovazione che fanno trasparire un’urgenza comunicativa non comune fondendo sapientemente testi che trattano temi  strettamente attuali con un linguaggio musicale popolare rivisto e riarrangiato secondo un gusto contemporaneo.  Ed è proprio nelle radici  popolari che troviamo l’origine del concept di questo disco: Siamo partiti da una riflessione sull’eredità del tarantismo – racconta Mauro Durante –  La taranta era quel demone zoomorfo, quel male di vivere, che dall’esterno entrava dentro di te attraverso il morso  e che ti impediva la felicità e il proseguimento sereno della vita. Attraverso un complesso rituale la comunità lo curava, permettendogli di esorcizzare i suoi demoni e riprendere la vita. Oggi il tarantismo non esiste più, ma a pensarci bene non è la taranta ad essere morta, ma solo la terapia rituale. Oggi il male di vivere, la taranta, ha solo forme in parte diverse rispetto al passato, ma è più viva che mai.  A non esserci più è quel dispositivo sociale sistematico, che permetteva a chi stava soffrendo di non essere abbandonato, ma anzi, di essere “reintegrato”.  Ed infatti la solitudine, la difficoltà di trovare lavoro ed il proprio posto nel mondo, la crisi, il rapporto con l’ambiente, l’incomunicabilità, le migrazioni vecchie e nuove, l’isolamento sono responsabili del male di vivere dell’oggi e sono anche i temi cardine di questo album dove il songwriting lucido, ironico e mai banale si fonde alla perfezione con la capacità unica del CGS di rielaborare alla perfezione il linguaggio della musica popolare.

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