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RIGOLETTO di Verdi sabato 10 marzo al Teatro dei Marsi

I biglietti per assistere all’opera lirica RIGOLETTO di Giuseppe Verdi sono in vendita al Punto Informativo ad Avezzano, Largo Pomilio, tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 18 alle ore 19,30. Info e prenotazioni: 329.9283147 – 392.0482900 – 392.7860554

RIGOLETTO
Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi (1851)
libretto di Francesco Maria Piave

Coro Verdiano dell’Opera di Parma
Orchestra Sinfonica Cantieri d’Arte
Maestro del Coro: Emiliano Esposito
Maestro Concertatore e Direttore: Stefano Giaroli
Regia: Pierluigi Cassano

Personaggi e interpreti
Rigoletto, buffone di Corte     Marzio Giossi
Gilda, figlia di lui                          Linda Campanella
Il Duca di Mantova                     Enea Scala
Sparafucile, sicario                     Luca Gallo
Maddalena, sorella di lui          Claudia Marchi
Giovanna, custode di Gilda    Antonella De Gasperi
Il Conte di Monterone             Franco Montorsi
Il Cavaliere Marullo                  Emiliano Esposito
Matteo Borsa, Cortigiano       Amleto Ferrelli
Il Conte di Ceprano                   Roberto Scandura
La Contessa, sposa di Lui       Antonella De Gasperi
Un Usciere di Corte                  Maurizio Ferrarini
Un Paggio della Duchessa      Federica Bersellini

Rigoletto, opera che insieme a  Il trovatore (1853) e La traviata (1853) è parte della cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi, è tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (“Il re si diverte”). La prima dell’opera ebbe luogo l’11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia. Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La stessa sorte era toccata nel 1832 a Le Roi s’amuse, bloccata dalla censura e riproposta solo 50 anni dopo la prima. Nel dramma di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell’opera si arrivò al compromesso di far svolgere l’azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto. Intenso dramma di passione, tradimento, amore filiale e vendetta, Rigoletto non solo offre una combinazione perfetta di ricchezza melodica e potenza drammatica, ma pone lucidamente in evidenza le tensioni sociali e la subalterna condizione femminile in una realtà nella quale il pubblico ottocentesco poteva facilmente rispecchiarsi.

primo atto
Scena Prima. Un salone nel palazzo ducale. Il Duca di Mantova, confidando a Borsa di voler sedurre una giovane vista in chiesa (Della  mia bella incognita, borghese), gli spiega la sua filosofia sulle donne come oggetti di conquista (Questa o quella). Il Duca corteggia la Contessa di Ceprano, accompagnandola fuori dal salone (Partite? Crudele!). Rigoletto, il gobbo buffone di corte, si fa beffe della gelosia del Conte di Ceprano (In testa che avete). Nel frattempo Marullo, uno dei cortigiani, rivela ai compagni di aver scoperto che Rigoletto ha un’amante. Il buffone ritorna con il Duca, i cui tentativi di seduzione della contessa sono falliti a causa dell’intervento del marito. Arriva Monterone accusando il Duca di aver sedotto sua figlia. Rigoletto si fa beffe del vecchio che viene arrestato e maledice sia il giovane che il buffone per aver messo alla berlina il suo dolore di padre.
Scena Seconda. Rigoletto sta per entrare in casa, ancora scosso dalla maledizione di Monterone (Quel vecchio maledivami!), quando viene avvicinato da un assassino di professione, Sparafucile, che gli offre i suoi servigi. Il buffone lo congeda, ripromettendosi di cercarlo in caso di necessità. Il sicario se ne va (Pari siamo) e Rigoletto apre il cancello che dà sul cortile, accolto con gioia dalla figlia, Gilda, appena arrivata a Mantova e dal padre tenuta nascosta nella casa. Rigoletto esce e il Duca, travestito da studente, si introduce di soppiatto nel cortile, nascondendosi giusto in tempo per udire Gilda cantare i propri sentimenti per lui: esce così allo scoperto e dichiara alla fanciulla il proprio amore (È il sol dell’anima). I due vengono interrotti da un rumore di passi dalla strada e si scambiano un appassionato addio. Rimasta sola, Gilda riflette sul suo amore, (Gualtier Maldè’… Caro nome) mentre i cortigiani si ritrovano davanti alla sua casa, intenzionati a rapirla. Torna Rigoletto e Marullo gli fa credere di essere lì per una burla a Ceprano, che consiste nel rapirgli la moglie. Il buffone si offre di aiutarli. Gli viene fatta indossare una maschera (che in realtà è una benda) tra la soddisfazione dei cortigiani per lo scherzo all’uomo che si faceva beffe di loro (Zitti, zitti, moviamo a vendetta). L’ignaro Rigoletto regge la scala contro il muro della propria casa: i cortigiani hanno così via libera per rapire Gilda e solo dopo la loro dipartita il buffone scopre l’amara verità.

secondo atto
Un salone del palazzo ducale. Il Duca è solo ed è stato informato del rapimento della giovane (Ella mi fu rapita … Parmi veder le lagrime). Raggiunto dai cortigiani, è informato che Gilda è prigioniera nel palazzo. Felicissimo, il Duca corre ad incontrarla.  Arriva anche Rigoletto pazzo di dolore: sta cercando la figlia e intuisce che ella è nel palazzo. La sua ira prorompe contro i cortigiani (Cortigiani, vii razza dannata) che lo trattengono per impedirgli di entrare negli appartamenti del Duca; i suoi piani e le suppliche non servono a nulla. Gilda si precipita nella sala abbracciando il padre e raccontandogli delle attenzioni rivoltele dallo studente (Tutte le feste al tempio) e del rapimento. Il buffone promette alla figlia che la porterà via da quel luogo per sempre, ma non prima di essersi vendicato del suo padrone (Sì vendetta). Gilda piangente lo implora di perdonale l’uomo che ama.

terzo atto
Una locanda sul fiume. Rigoletto ha portato Gilda alla locanda per fargli scoprire l’infedeltà dell’amato. All’arrivo del Duca, i due si nascondono. Il Duca intona una romanza sull’incostanza delle donne (la donna è mobile), corteggiando nel frattempo Maddalena, sorella di Sparafucile (Un dì se ben rammentami). Rigoletto convince la figlia a partire per Verona, dove intende raggiungerla il giorno dopo. La giovane parte, mentre il buffone assolda Sparafucile per uccidere il Duca.  Maddalena riesce a persuadere il fratello a risparmiare il bel giovane che si è ritirato in una stanza per riposare. Nel frattempo Gilda, che in abiti maschili è ritornata per continuare ad osservare quello che avviene all’interno della locanda, ha udito la conversazione e decide di sacrificarsi per salvare il Duca. Entra così nella stanza e lì viene pugnalata da Sparafucile. Arriva Rigoletto: si fa consegnare il cadavere in un sacco (Della vendetta alfin giunse l’istante) e trionfante lo trascina verso il fiume, ma si ferma quando sente la voce del Duca che canta in lontananza. Il buffone apre il sacco (Chi mai, chi è qui in sua vece) e con orrore scopre che dentro c’è sua figlia. Gilda spirando chiede perdono al padre il quale grida contro la maledizione che si è avverata.

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